a cura di Ufficio Comunicazione
Il sistema delle Politiche Attive per il Lavoro (PAL) italiano ha subito una serie di modifiche sostanziali negli ultimi anni.
All’attuale configurazione si è arrivati a partire dall’approvazione del D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 150 conosciuto anche come Jobs Act.
Il decreto istituiva l’ANPAL (l’Agenzia nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) a cui venivano demandate una serie di funzioni di coordinamento della rete dei servizi per le politiche del lavoro (come stabilito dall’articolo 4 del decreto), di concerto con le regioni e le province autonome (che hanno la competenza in materia di lavoro).
Senza soffermarci più di tanto su questo aspetto, va però fatto notare che la questione della potestà concorrente tra Stato e Regioni è ricorrente, spesso oggetto di conflittualità (basti pensare alla recente vicenda dei Navigator in Campania).
Attraverso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, venivano fissate:
a) le linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali dell’azione in materia di politiche attive, con
particolare riguardo alla riduzione della durata media della disoccupazione, ai tempi di servizio, alla quota di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro;
b) la specificazione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere erogate su tutto il territorio nazionale (i cosiddetti LEP).

Il ruolo di Anpal
La “regia” di Anpal prevedeva una serie di misure finalizzate a garantire una qualità omogenea dell’erogazione dei servizi su tutto il territorio nazionale, ma aveva anche un ruolo operativo visto che tra le sue competenze rientrava anche la “monetizzazione” di misure come la ricollocazione o il reinserimento professionale (o riqualificazione) in situazioni di crisi aziendali oltre che vigilare sui fondi interprofessionali (col Jobs Act l’Isfol veniva assorbita da Anpal) dedicati alla formazione continua , la gestione degli incentivi al lavoro (di concerto con gli organismi periferici) e gli incentivi alla mobilità territoriale.
Contestualmente venivano creati il Sistema Informativo Unitario delle Politiche del Lavoro -col compito di coordinamento nazionale e dei nodi di coordinamento regionali- nonché il portale unico per la registrazione alla Rete Nazionale dei Servizi per le Politiche del Lavoro nel quale far confluire i percettori di ammortizzatori sociali, l’archivio informatizzato delle comunicazioni obbligatorie, i dati relativi alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro, ivi incluse la scheda anagrafica e professionale ed il sistema informativo della formazione professionale.
L’altra novità rilevante era costituita dall’attribuzione di un ruolo attivo delle Agenzie per il Lavoro che potevano operare, a fronte di un accreditamento, nell’ambito dei servizi pubblici in maniera paritaria rispetto ai Centri per l’Impiego.

Il Patto di Servizio Personalizzato
Ai cittadini in stato di disoccupazione veniva chiesto di stipulare un Patto di servizio personalizzato, secondo le modalità previste da Anpal per definirne il profilo ed il livello di occupabilità.
In funzione di questo profiling venivano poi attivati i percorsi più idonei finalizzati a potenziare l’occupabilità o che portassero all’impiego.
In questa fase, il percorso prevedeva anche delle forme passive di sostegno che di fatto, a chi ne faceva domanda, corrispondevano alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro: la domanda di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) o Indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata (DIS-COLL); il passo successivo era la convocazione per la stipula del patto di servizio personalizzato per avviare la procedura descritta in precedenza.
I percettori di Naspi, superati i 4 mesi, potevano richiedere l’assegno di ricollocazione che veniva erogato in funzione del profilo personale di occupabilità, spendibile presso i centri per l’impiego o presso i servizi accreditati.
A modificare l’impianto descritto è intervenuto nel 2018 il governo Conte, introducendo il Reddito di Cittadinanza ed altre misure delle quali parleremo la prossima settimana.