a cura di Ufficio Comunicazione
La Bayer, colosso mondiale della farmaceutica, è presente in maniera considerevole nel nostro paese, dove ha 3 impianti: a Filago, dove esiste il polo dedicato agli agrofarmaci bio, a Segrate dove ha sede quello dei farmaci dermatologici e a Garbagnate dove hanno realizzato il polo delle compresse.
Quest’ultimo, per dare un dato che renda chiara l’entità e la dimensione del sito industriale, produce la cardioaspirina che soddisfa il mercato cinese (oltre a diversi altri tipi di compresse, per una tiratura complessiva di 11 miliardi di pezzi all’anno).
Garbagnate tra le migliori realtà produttive al mondo
Il sito di Garbagnate, realizzato secondo gli standard “Industria 4.0” con investimenti di 50 milioni di Euro in 5 anni e che il World Business Forum ha inserito tra le migliori realtà produttive mondiali, è stato oggetto di una sperimentazione di Smart Working e di un accordo sindacale in materia di flessibilità che ha permesso di portare la produzione da 5 a 7 giorni con turni h24 ed ha introdotto i premi aziendali di engagement e improvement anche per le figure non dirigenziali.
Per ottimizzare i flussi produttivi, l’azienda ha fatto ricorso ad una forte componente tecnologica, come degli occhiali speciali dotati di un display che trasmette informazioni in tempo reale e suggerisce persino quali figure “dirottare” da un reparto all’altro per ottimizzare la produzione.
È stato necessario anche assumere una nuova figura in azienda, il Data Scientist, la cui selezione non è stata affatto semplice.

A confermarlo è la Responsabile HR per l’Italia Maria Luisa Sartore in un’intervista rilasciata a Cristina Casadei per il Sole 24: “… abbiamo impiegato mesi per scrivere la job description. Una volta individuato il nostro data scientist che è una giovane matematica non eravamo giunti che a una tappa del percorso, perché ci siamo resi conto che la nostra data scientist raccoglieva dati e li metteva in fila ma estrapolati dal contesto. Ecco allora che ci siamo immaginati i translator ossia giovani chimici che hanno lavorato e lavorano sul processo produttivo e hanno il compito di mettere in comunicazione la produzione e la nostra data scientist”.
L’impatto dello smart working
La “rivoluzione” ha visto introdurre un forte elemento di smart working a livello organizzativo i cui risultati, presentati in un convegno a Milano recentemente, sono sorprendenti: in media lo smart working viene fatto 3 volte al mese, con effetti positivi sulla qualità della vita del 55% dei dipendenti che hanno aderito al programma e si sono sottoposti al survey di valutazione e nel 42% dei casi è aumentata persino la produttività; in generale il 78% dei lavoratori esprime soddisfazione per l’esperienza.

Ma il dato più sorprendente è l’engagement rilevato che è del 89%, al punto che l’azienda ha esteso il programma fissando i temi in 4 punti: premio di partecipazione, conciliazione vita/lavoro, premio presenza (quantificato in € 350 e spendibile sulla piattaforma aziendale che comprende diversi servizi: dai servizi all’istruzione al trasporto ed è devolvibile), ed un check up esteso a tutti senza distinzioni.
Written by Welfare occupazionale e qualità dell’ambiente di lavoro. – Smart Job Spa
[…] Il fine è quello di migliorare la qualità della vita dei lavoratori, permettendo loro una migliore conciliazione dei tempi famiglia/lavoro, incrementare il potere d’acquisto dei dipendenti, stimolare la mobilità sostenibile, promuovere la prevenzione della salute, fornire sostegno al reddito familiare ed ottenere in cambio una maggiore disponibilità alla flessibilità o all’innovazione (come raccontato a proposito del caso Bayer). […]